L'intimo intreccioNel dicembre 2006 è uscito un mio libro di racconti autobiografici a sfondo gastronomico, L'intimo intreccio - Storie di cibo e di gente. Nella quarta pagina di copertina il libro è così presentato: Quanto della nostra vita può essere ripercorso seguendo il filo dei ricordi legati al cibo? Quasi tutto: l'intimo intreccio tra cibo e vita si disvela chiaramente in queste pagine spesso esilaranti, a volte toccanti, sempre agili e scorrevoli. Ne esce una vivacissima galleria di personaggi veri: dal maresciallo musicista e cuoco raffinato al ristoratore che non riconosce che il vino sa di tappo, dal giornalista gastronomo che detta legge dagli schermi televisivi al grande cuoco che stabilisce lui stesso quello che mangerai, è tutto un susseguirsi di aneddoti e bozzetti capaci di ricostruire con immediata efficacia situazioni ed ambienti. E le originali, a volte un po' provocatorie considerazioni dell'autore su alcuni aspetti più tecnici del far cucina non potranno che maggiormente coinvolgere e appassionare il lettore goloso.
Qualche retroscenaa) Difficoltà di pubblicazioneAlla fine del 2002 il manoscritto era praticamente pronto: ci sono voluti quattro anni prima che venisse pubblicato! Gli editori contattati, direttamente o tramite amicizie influenti, sono: Adelfi, Mondadori, Rizzoli, Guanda, Marsilio, Piemme, Archinto, Memori, Piemme, Tommasi, Marietti, Voland, Garzanti, Bompiani, Grecoegreco, Mursia. Alcuni (pochi) non hanno risposto. Gli altri hanno dato risposta negativa con la motivazione "la sua proposta non ci sembra adatta alla nostra linea editoriale" oppure, più spesso, con la motivazione "il libro è scritto bene, ma è destinato a una cerchia di lettori ristretta". Qualcuno ha anche detto che se non si è un personaggio conosciuto (della televisione, dello sport, della politica) oggi è praticamente impossibile esordire con editori importanti. A quanto mi è stato riferito, un editor si è quasi arrabbiato: i miei racconti, pare abbia detto, sono effettivamente belli, ma io non dovevo sprecarmi con dei raccontini, dovevo impegnarmi in un romanzo... (sui criteri con cui viene decisa la pubblicazione di un libro si veda più avanti la lettera inviatami da Giuseppe Pontiggia). b) L'altra prefazioneIncerto sul "tono" da dare alla prefazione, ne avevo predisposte due. Una più seria, sicuramente più adatta al lato letterario e narrativo del libro. E una brillante e scherzosa, più adatta forse a introdurre il libro inteso come manuale (molto sui generis) di cucina. Ho oscillato fino alla fine tra le due possibili soluzioni senza riuscire a decidere per l'una o per l'altra. Ho in definitiva lasciato la scelta all'editore, che ha scelto la prima. Riporto qui di seguito l'altra. La mia speranza, amico lettore, è che la lettura di questo libro ti sia lieve e giovi a ricreare il tuo spirito. Nel caso ciò non dovesse accadere, vorrei pregarti di considerare che la responsabilità del malfatto è solo in minima parte mia. Dopo tutto, io sono solo l'autore: la responsabilità vera, profonda, va fatta risalire agli ispiratori. E gli ispiratori, ancorché del tutto inconsapevoli (ciò dovrà essere tenuto presente a loro discolpa), sono alcuni miei colleghi carissimi: matematico il primo, filosofo il secondo, fisico il terzo. Sono loro che, mal consigliati dall'amicizia che vicendevolmente ci lega, hanno sparso per il mondo la voce che a casa mia si mangia divinamente; e che, a più riprese alimentando tale diceria, hanno creato i presupposti perché, a un certo punto della vita, io mi sentissi, a ragione o a torto, moralmente tenuto a scrivere un libro di cucina. Un atto dovuto, per così dire: e anche, da ormai parecchio tempo, un pensiero continuo, un chiodo fisso che stava seriamente pregiudicando la mia capacità di concentrami su impegni più consoni al mio status professionale. Recensionia) "Libro da godersi come una prelibatezza"
(sito Internet www.stradanove.net) a) Ormai una madeleine non è più una
semplice madeleine. Ormai è diventato impossibile gustare uno
di questi dolci senza pensare, 'Proust, la Recherche, Combray, le
fanciulle in fiore'. Ormai mangio una madeine solo quando rileggo
Proust, mi aiuta a concentrarmi. Adesso che però sappiamo il
legame tra cibo e ricordi, perché non domandarci quale sia
la nostra madeleine? Magari con un nome meno femminilmente romantico
ma che ugualmente mette in moto la nostra memoria? b) L'intreccio, che ci viene genialmente anticipato
dalla copertina e poi deliziosamente descritto, è quello tra
storie di cibo e storie di gente, tra ricette e ricordi, tra menù
e sentimenti. L'Autore, ingegnere, prof di Fisica, fondendo ingredienti
e parole trova la formula di un gustoso/delicato amarcord. c) Aprendo il libro recentemente pubblicato dal "nostro"
Giovanni Tonzig, docente di Fisica al liceo sino al 1998 oltre che
ex alunno, occorre fare attenzione al titolo completo: L'intimo
intreccio. Storie di cibo e di gente (Bietti 2006). È
proprio la seconda parte che ne rivela il significato più vero,
dando modo anche a chi, come me, non ha mai avuto alcun interesse
per l'arte culinaria, di trovare motivi per appassionarsi alla sua
lettura, sino a consigliarlo a molti amici. d) Nessuno di noi si è mai reso conto di quanto
della nostra vita può essere ripercorso seguendo il filo dei
ricordi legati al cibo. Proprio questo, cioè stabilire un "intimo
intreccio" tra elementi gastronomici ed episodi realmente accaduti,
ha realizzato l'autore, che si è lasciato quasi inavvertiamente
guidare dal dipanarsi stesso dei racconti. Ne è nata una ricchissima
galleria di personaggi disparati, "conditi" (è proprio il caso
di dirlo) da un'equilibrata eleganza stilistica e da un gusto ed una
competenza specifica che lasciano sinceramente ammirati. e) Non c'è solo elaborazione gastronomica,
manicaretti più o meno buoni, vini; il vero gourmet va ben
oltre, e la cucina rappresenta una maniera di parlare con l'altro
e con la propria storia personale. Così il racconto di una
vita da amante della gastronomia può diventare un piccolo,
commovente diario privato dove il dialogo può scaturire, silenzioso,
dal gesto culinario più semplice. Con una scrittura lieve e
intensa Tonzig giunge al cuore delle cose e scopre come alla tavola
si intreccino gioie e dolori di un'esistenza, ripercorrendo piatto
dopo piatto il proprio vissuto, dai ricordi dell'infanzia alla maturità.
Consigliato a chi crede ancora che la cucina sia una forma di poesia. f) Un libro, si direbbe, di letteratura minore. Quasi un rapido diario della vita, ma che usa come filo conduttore il tema del cibo: la passione dell’A. per la cucina, il suo fiuto di buongustaio, i suoi successi e insuccessi nella ricerca di ristoranti degni di questo nome o di semplici “pacchetti” da mettere nello zaino per una gita. Con questa falsariga si ripercorrono gli anni dell’infanzia, quelli dello studio, della famiglia e del lavoro. Il tutto condito con una gradevole salsina di umorismo, che riconduce l’insieme e il lettore a ciò che il cibo dev’essere: una umanissima e indispensabile esperienza di vita e di convivialità. Altri commenti
In una lettera datata 28 aprile 1992,
Pontiggia si era congratulato con me per il mio libro "100 errori
di Fisica pronti per l'uso", che, su suggerimento dell'editore, gli
avevo fatto avere con alcune indicazioni sulle pagine più facilmente
leggibili da parte di chi sa poco di Fisica ("Ho molto apprezzato
il Suo libro... diverte, ma anche concentra l'attenzione su punti essenziali...
La ringrazio delle Sue 'segnalazioni' di lettura, ma ho letto, capendolo
solo in parte - ma sempre con un divertimento traslato e metaforico
- anche il resto... Il libro è scritto con misura ironica e amabile...
Ricambio vivamente la Sua stima"). Forte di tale fortunato precedente,
nel settembre del 2002 inviai a Pontiggia il manoscritto dell'Intimo
intreccio. Formalmente, nel biglietto di accompagnamento non chiedevo
nulla, né valutazioni né appoggi: ma chiaramente Pontiggia,
aduso a queste vicende, mi lesse nel pensiero e mi rispose di conseguenza.
La sua risposta tardò peraltro parecchio, quattro mesi: la
data è 10 gennaio 2003. Stringe il cuore leggere le parole
con cui Pontiggia accenna a "condizioni di salute non ottimali"
e dice che deve stare "molto riguardato": cinque mesi più
tardi, stroncato da un collasso cardiocircolatorio, Giuseppe Pontiggia
moriva nella sua casa di via Farneti, a Milano. Gentile Prof. Tonzig, mi dispiace di non averle scritto prima, ma è stato un periodo caotico: un intensificarsi degli impegni in seguito alla uscita del mio libro e condizioni di salute non ottimali (devo stare molto "riguardato"). Ho fatto percorsi e sondaggi dentro il testo (grazie per la citazione lusinghiera) e ho ritrovato quello stile nitido, lucente, preciso, screziato di ironia e ricco di vitalità, che mi aveva colpito. Non posso però darle un giudizio più accurato e analitico, perché sarebbe affrettato, dato i tempi troppo rapidi della lettura. Inoltre, glielo confesso con franchezza, a parte i problemi di tempo ho resistenza a darle un giudizio che valga anche come presentazione o avallo editoriale: ho smesso da molti anni il lavoro di collaborazione "attiva" con le case editrici e questo campo è diventato, nel frattempo, molto deludente. Nei rari casi in cui ho fatto da "tramite" di un testo oppure è stato citato un mio giudizio, gli editori non hanno risposto o hanno risposto, negativamente, dopo un tempo esasperante. Le sembrerà strano, ma è così. È mutata, anche per la brutalità dei condizionamenti commerciali, la civiltà dei rapporti: e gli editori, anche se rispettano formalmente un giudizio, vogliono decidere sulla base di criteri "interni" spesso indecifrabili (oppure troppo) e di valutazioni economiche-pubblicitarie altrettanto sfuggenti. Perciò ho deciso di evitare presentazioni e anche suggerimenti, per risparmiare frustrazioni inutili agli autori e a me. Troppe delusioni. Caro Tonzig, la ringrazio per Ultimo intreccio; l'ho
letto e l'approvo in tutto. La ringrazio e le auguro un buon carnevale
odoroso di frittole e crostoli. 3. È delizioso, è uno straordinario regalo.
Devi sapere che in questo periodo sto rileggendo (leggendo?) Proust.
Un impegno di lunga lena, su una edizione critica molto impegnativa,
una cosa da prendere con calma e pazienza. Ma appena ho aperto ad
una pagina a caso il tuo libro e gettato lo sguardo sulle prime righe,
non ho potuto smettere. Quindi sono ripartito dall'inizio e sto continuando
con immenso piacere. Questa tua meravigliosa creazione avrà
molto successo. Sto continuando a leggere. Questa mattina sono rimasto
molto toccato dalla pagina sulle campane sull'altopiano di Asiago,
nelle valli...alta poesia. Tutto il contrario del fastidio insopportabile
e dell'odio insanabile che le campane suscitavano in Gadda! L'accostamento
al "Il Sistema Periodico" di Levi (nostro insostituibile
maestro) mi sembra sempre più pertinente: non avrei remore
ad indicarlo esplicitamente in una eventuale successiva edizione l'anno
prossimo. Mi ha dato un divertimento immenso il capitolo "pesce scaccia pesce"... mi sono piaciute molto le cose che hai scritto, ne ho riso tanto! I racconti su tuo padre sono davvero esilaranti e commoventi. Il ricordo, l'ironia e l'affetto sono "amalgamati" (per usare un termine della cucina) con grande sapienza.
Mi unisco al coro dei commenti favorevoli al tuo
libro. L'ho letto divertendomi, forse perchè conoscevo l'autore,
ma a tratti mi sono anche commosso quando ho ritrovato la nostra gioventù.
Sei stato sublime nel capitolo "quando la fontina scendeva dal cielo"
nel rendere in poche paginette la magica atmosfera del campeggio di
Planpincieux. Ma è tutto molto bello, molto vero. Ho riletto bene e con calma e completezza il tuo libro
durante le vacanze e ne sono stata ancora più entusiasta. L'ho letto con molto piacere, anche con non poca
commozione. In fondo i tuoi ricordi degli Anni 50 sono i miei... e
poi il Leone, le gite scolastiche, fratel Bortolon (bravo che l'hai
ricordato! ed è vero che traballava sempre nel grembiule bianco,
anche da giovane), le vacanze di quegli anni lontani... Ieri sera, mentre ero in metropolitana, ho iniziato a leggere le prime pagine, e mi sono proprio divertita. Ho anche rischiato di non scendere alla mia fermata perché troppo presa dalla lettura! Il tuo libro mi è piaciuto veramente: adesso
però ho qualche incertezza nell'invitarti a pranzo a casa mia... Non sono riuscita a smettere di leggere. Ho incominciato
e ... ho chiuso al termine del libro il mattino successivo. Che meraviglia!
Scorrevole, piacevole e molto interessante. Dopo poche pagine mi ha preso e me ne sono abbuffato
ignobilmente. Mi consola pensare che essere ingegneri, pur rimanendo
un peccato di gioventù, ha talvolta esiti ... non infausti. Ho letto il tuo libro e ti faccio i miei complimenti!
estremamente piacevole e coinvolgente! Il tuo libro di gustosissimi "percorsi" culinari
non solo mi ha molto divertito, ma mi è stato di grande sollievo
e conforto in tanti momenti, a tratti penosi e difficili. Ho apprezzato non solo i ricordi leoniani... ma anche
l'umorismo con cui condisci il tutto per i tuoi lettori e che vale
come un'ottima salsina. Stimolato dalla recente recensione dell'Intimo intreccio
fatta da Luca Diliberto su Tuttoleone, mi sono precipitato ad acquistare
il libro che ho letto con sommo godimento in un sol respiro... Spero
di leggere presto un tuo altro lavoro, perchè sei un narratore
nato, piacevole e che sa far amare ciò di cui parla. Abbiamo molto apprezzato il tuo ultimo libro. La
tua scrittura è profonda ma scorre leggera, soprattutto quando
ricordi gli avvenimenti, i profumi, i sapori e i colori della famiglia
che sono davvero commoventi e indimenticabili. Per quanto riguarda il suo libro non l'ho letto,
ma l'ho divorato. È stato bello e a volte anche emozionante.
Ci sono dei racconti eccezionali. Ho appena finito di leggerlo, o meglio di "divorarlo"...
Ho gradito in particolar modo l'equilibrio con cui racconti più
spiritosi (a volte veramente divertenti) si alternano ad episodi velati
da un accento malinconico. Ho letto con gran gusto e in pochi bocconi (per stare
in tema) il tuo bel libro... è uno dei libri più gustosi
dell'anno. [Questo è un commento a dir poco sorprendente, un unicum assoluto nel panorama dei commenti fin qui ricevuti. GT] Finalmente sto leggendo il tuo Intimo intreccio e voglio anticiparti ancora prima della fine che l'ho trovato molto gradevole, ben scritto, ti fa affezionare. Forse perché le vite degli uomini di una certa appartenenza sono tutte così simili e parallele. Quante circostanze della tua esistenza che coincidono con le mie, quanti luoghi, pensieri, ricordi, considerazioni! Magari mi rifarò vivo a libro terminato. Intanto, di nuovo mi complimento e ti dico: bravo. Ho subito letto il testo sulla copertina con la presentazione del libro e dell’autore. Sono rimasto un pò perplesso perchè non sono un goloso. Oggi ho letto il tuo libro e sono rimasto subito preso dal modo garbato con cui hai intrecciato i tuoi ricordi gastronomici con le vicende della tua famiglia. E' un libro di racconti che ho apprezzato in toto, anche nelle pagine più strettamente tecniche della gastronomia. Con un pò di rimpianto confesso di non aver avuto conoscenza della profondità dei tuoi sentimenti e di averti poco conosciuto in passato. Con questo libro mi hai dato percezione della tua cultura e della tua sensibilità. Di ciò ti ringrazio profondamente. È un libro prezioso,deve essere letto almeno due volte. Già il titolo richiama attenzione e suscita curiosità. Inutile dire che ho fatto tesoro delle sue ricette e del suo galateo. Piacevolissima la lettura. Direi che ogni qualvolta ci si accinge alla lettura si avverte un senso di gioia come davanti una tavola ben imbandita, quasi ci si preparasse a un delizioso pranzo. Grazie per avermi fatto partecipare a tanti ricordi. È veramente un libro che merita di essere letto perché reca un vento di serenità e di piacere. Grazie. Io credo che il tuo bel libro valga a rivelare non solo lo stretto rapporto (l’intreccio, come tu dici) che tra cibo e memoria, tra cibo e vita così spesso intercorre, ma anche, a pieno titolo, l’incontro e l’abbraccio tra cibo e letteratura. Non conosco personalmente Giovanni Tonzig. Ci è capitato di scambiarci tre o quattro mail cortesi, amichevoli, espressioni di reciproca stima. Comincio incuriosito a leggere "L'intimo intreccio" con il desiderio, confesso, di conoscere un po’ meglio l'autore. Un po', capitolo dopo capitolo, credo di riuscirci, facilitato da cose, gusti e ricordi che condivido, poi dimentico l'intento iniziale e comincio a divertirmi, anzi a sorridere, e oggi non è poco, se ti va bene ridi. L'intreccio tra ricordi, esperienze, incontri, e insieme piatti semplici, complicati, vini, misteri del caffè, prelibatezze e cibi meno buoni, ristoranti e case ben descritte, tutto scorre fluido in pagine brillanti, divertenti, ironiche, leggere anche quando si indovina la malinconia. Tutto è ben fatto, anzi cucinato. Bravo Prof. Tonzig! |